Napoli, alla sala Ichos, “Terezin Cabaret”. Spettacolo ispirato ai temi dell’Olocausto

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Il “Laboratorio Teatrale Istrio – la scuola dei mestieri” presenta

“Terezin Cabaret”

Spettacolo ispirato ai temi dell’Olocausto

dal 29 al 31 gennaio – Sala Ichos (San Giovanni a Teduccio – NA)

In occasione della Giornata della Memoria, dal 29 al 31 gennaio alla Sala Ichos (via Principe di Sannicandro 32 – San Giovanni a Teduccio, Napoli) il Laboratorio Teatrale Istrio – la scuola dei mestieri presenta “Terezin Cabaret”, spettacolo  ispirato ai temi dell’Olocausto scritto e diretto da Ferruccio Padula, che è anche uno degli interpreti insieme a Monica Costigliola e Maria De Meo.

Lo spettacolo prende traccia dall’operetta musicale Brundibar del compositore ceco Franz Krasa, che fu rappresentato decine di volte nel teatro del ghetto di Terezin, e rientrava nel progetto propagandistico nazista che proponeva il ghetto come modello di insediamento per ebrei. In realtà il campo funzionava da collettore per la pianificazione delle operazioni di sterminio. Nel giugno del 1944 il campo venne visitato da una delegazione della Croce Rossa Internazionale, al fine di dissipare le voci relative ai campi di concentramento. Per eliminare la sensazione di sovrappopolazione, in pochi giorni, furono deportati circa 7500 ebrei “impresentabili” verso Auschwitz. Vennero costruiti falsi negozi, giardini, laboratori e una scuola (chiusa per vacanze) per mostrare il clima di serenità degli ebrei. Alla fine della visita la delegazione venne invitata ad assistere all’esecuzione dell’operetta musicale Brundibar eseguita da bambini del campo.

 

Sinossi

L’azione scenica segue la traccia dell’operetta ma la percorre attraverso le molte voci che hanno raccontato l’olocausto.

Pepicek ed Aninka, ovvero le due ragazze ebree protagoniste della vicenda, eseguono le prove per la cinquantaseiesima replica, quella che non è mai andata in scena, per la delegazione della Croce Rossa ormai partita. Al fine di sfuggire al biglietto di convocazione per il successivo trasporto verso est, da cui mai nessuno è tornato, fermano il tempo reale e si rifugiano in quello scenico, recitando la prova del cabaret senza coro, senza orchestra, senza pubblico. La musica, il teatro, la poesia, il disegno, hanno scandito il tempo di Terezin, facendo vivere agli internati una vicenda esistenziale diversa, una motivazione alla dignità e alla sopravvivenza. Il nostro cabaret è ispirato a questa energia, a questo episodio incastonato in uno dei luoghi più oscuri della storia. Il palcoscenico ha donato agli uomini e alle donne di Terezin la forza di muoversi per lasciare un segno, una testimonianza prima che la loro vita svanisse nel nulla, soprattutto ai bambini di Terezin, abbattuti al loro primo volo, stremati dalla fame e dalle umiliazioni, testimoni di eventi quasi incomprensibili impressi nei loro disegni, nelle poesie, nei loro occhi che riflettono le luci della ribalta.

 

Terezin Cabaret

personaggi e interpreti

Monica Costigliola nel ruolo di Aninka,

Maria De Meo nel ruolo di Pepicek

Ferruccio Padula nel ruolo di Brundibar

 

Luci e suono Gianni Simione,

Collaborazione tecnica Cosimo Cefalo

Drammaturgia e regia Ferruccio Padula

 

Sala Ichos

Giorni e orari: dal 29 al 31 gennaio; venerdì e sabato ore 21 e domenica ore 19

Via Principe di Sannicandro 32 – San Giovanni a Teduccio (NA)

Fermata metro linea 2: San Giovanni a Teduccio – Barra.

Lo spazio è dotato di ampio e gratuito parcheggio.

Info e prenotazioni: 335 765 2524 – 335 7675 152 – 081275945 (dal lunedì al sabato dalle 16 alle 20 – domenica dalle 10 alle 17)

 

Laboratorio teatrale istrio – la scuola dei mestieri

Nella quarantennale vicenda di questo gruppo di teatro molte le esperienze, molti gli incontri e sempre la voglia di spingerci oltre, sempre una nuova prova da affrontare fin dalle prime tracce dell’idea inseguita. Siamo autori, scenotecnici, attori, scenografi, registi, musicisti, illuminotecnici.

In un lavoro di vero e proprio laboratorio, elaboriamo i materiali scenici e li collochiamo in un luogo simbolico, in un’epoca, attraverso idee drammaturgiche sperimentate direttamente nello spazio scenico. I tempi di laboratorio sono lunghi perché non si tratta di semplici prove del materiale scritto ma ogni volta dobbiamo costruire, montare e verificare l’ambientazione, i volumi, il suono della scena.

Si tratta di comporre un mosaico che risulti armonioso, che parli una lingua non troppo ermetica senza rinunciare al succo della vicenda: in teatro non è un reato essere comprensibili, forse è più difficile.

La storia parte dalle prime formazioni che risalgono al ‘72 – ‘73 e incontrano Eduardo, dal quale ricevemmo i permessi di rappresentazione autografi, e poi il Bertolt Brecht, di cui fummo fondatori. Negli anni che seguirono mettemmo in scena il Mistero Buffo di Dario Fo, di cui fummo anche allievi. Nel 1979 frequentammo il corso di mimo francese di Angelo Corti a cui seguirono due spettacoli di pantomima che videro la ribalta di teatri oltre Alpi in Francia (Festival Internazionale di Sail Souz Couzan) e tournee in Germania (Monaco di Baviera, Karlsrue, Hadenaim, Stoccarda).

Gli anni ‘80 ci videro frequentatori e seguaci del Terzo Teatro con laboratori di formazione con gli attori dei principali gruppi italiani ed esteri e produttori di spettacoli negli spazi urbani. Ancora negli anni ‘80 incontrammo Alfiero Vincenti e le suggestioni del teatro di Carmelo Bene, di cui fu partner e collaboratore per anni.

Negli anni ‘90 partecipammo al cartellone ufficiale del Festival del Teatro Italiano con quattro produzioni originali e poi l’incontro con Jango Edwards e la produzione dello spettacolo Tango Misery con la sua regia, portato a Basilea in Svizzera e al Festival Internazionale di Jyvaskyla in Finlandia. Dal 1994 siamo presenti nel cartellone del Teatro Sancarluccio di Napoli, dove abbiamo presentato circa 15 spettacoli di cui abbiamo prodotto anche la parte drammaturgica.

Questa nota non vuole essere la biografia del più longevo gruppo di teatro del territorio, gruppo dalle mille formazioni, non vuole essere un’autocelebrazione, quello che è successo fa parte della storia di questo territorio e siamo lieti di ricevere riconoscimento per il nostro lavoro, di sentire il silenzio del coinvolgimento e lo stupore del pubblico.

 

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