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È uscito, pochi giorni fa “Se po’ pure cantà”, il primo disco, nelle vesti di cantante, del Maestro Tony Iglio.
Nella sua lunga e ricca carriera di direttore d’orchestra, sassofonista, arrangiatore e autore di migliaia di canzoni, partecipazioni ad eventi nazionali ed internazionali, tra cui Disco dell’estate, festival di Venezia e di Napoli, autore di colonne sonore di film e spettacoli teatrali, autore di sceneggiate a cui ha dato una interessante svolta culturale perché scritte nel rispetto dei canoni della cultura e tradizione napoletana, Tony Iglio non aveva mai registrato la sua voce.
Ecco che alla veneranda età di 82 anni, quasi per gioco, ha voluto rimettersi in gioco, ed è stato una rivelazione. Con la sua voce calda e ben impostata da far invidia alle giovani generazioni di cantanti, ha donato a chi ama le belle canzoni le sue performance canore, oltre che musicali, con brani di genere variegato, di alcuni dei quali autore o coadiutore, senza disdegnare divertenti “macchiette”.
Il Maestro Iglio è un prezioso scrigno della musica napoletana e della sua storia. Figlio d’arte, suo padre suonava il clarino nell’orchestra del San Carlo, fin da ragazzo mostrò di essere in possesso di notevoli ed ecclettiche qualità musicali. A 19 anni, seguendo le orme del padre, suonò anche lui al San Carlo. Proprio per quest’arte rinunciò ad una promettente carriera calcistica. Faceva parte della società Calcio Napoli in qualità di portiere.
Il richiamo magico della musica segnò la sua strada ed Il jazz ed il sax furono i suoi primi amori. Erano gli anni del dopoguerra e gli americani avevano fatto il loro ingresso nella città di Partenope, importando i jeans, le “Camel”, il Wisky and soda, il burro di arachidi, le chewing gum e… le orchestre jazz. Il Maestro, giovanissimo sassofonista, uno dei pochi conoscitori ed amanti del jazz dell’epoca, genere allora quasi sconosciuto, era chiamato nelle orchestre americane ed ebbe così modo di affiancare grandi musicisti come Chet Baker.
Successivamente fu costretto a lasciare il sax, che, però, ora ha ripreso a suonare brillantemente, e si dedicò alla Direzione d’orchestra, nonché alla trascrizione di migliaia di arrangiamenti, scrivendo musiche e canzoni note e meno note, queste ultime ugualmente belle, e dando preziosi contributi nella realizzazione di grandi successi come “Champagne” e “Amare di meno” di Peppino Di Capri.
Nella sua carriera c’è la storia della canzone napoletana e italiana, che come si sa è figlia della prima. Tony Iglio è un’enciclopedia vivente di essa.
Tantissimi sono i nomi di artisti che sono stati scoperti da lui nel tempo in cui non esistevano i “Talent show” e con molti ha collaborato o ha dato preziosi consigli. Ricordiamo solo alcuni nomi, giusto per fare qualche esempio, perché l’elenco sarebbe troppo lungo: Gianni Nazzaro, Mario e Sal Da Vinci, Miranda Martino, Gloria Christian, Antonello Rondi, Mirna Doris…
Ha scritto un libro autobiografico, “Una porta per le stelle”, con la prefazione di Pietro Gargano, ed. Scheditalia. Ha inciso un numero sterminato di dischi in vinile, 33 e 45 giri, e cd.
Ma quello appena uscito segna il suo debutto, come già detto, in qualità di cantante. Il cd contiene 14 tracce, orchestrate negli anni, in cui spiccano il senso dell’amicizia, l’ironia e l’autoironia: 1) Se po’ pure cantà, 2) Canzone pettegola,3) Parlami, 4) Ammore scumbinato, 5) Napule mia, 6) La caffettiera, 7) ‘nu colpo ‘e sole, 8) Saèpimmo c’hamma fa’, 9) ‘O decoltè, 10) Chella sera, 11) Spogliarello, 12) Chissà pecchè,13) ‘N incontro blues, 14) E chiove chiove chiove.
È stato registrato presso lo studio52 di Napoli e oltre al Maestro, voce e sax tenore e clarinetto, vi hanno preso parte: Paolo Rescigno, pianoforte e tastiere, Antonello Guetta chitarre e mandolini, Gaetano Di Pietra, batteria, Franco D’Ausilio, basso e contrabasso.
Auguri al “giovane” maestro”!
Daniela Vellani