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Attore poliedrico, per anni impegnato a teatro, Fortunato Cerlino deve la sua notorietà a don Pietro Savastano, personaggio inquietante e potente, un boss senza scrupoli, tra i protagonisti di “Gomorra, la serie”.
Cerlino è stato, nei giorni scorsi, ospite al Giffoni experience 2015 (da poco conclusosi). Acclamato dai giovani giurati e dai fan, è riuscito ad incantarli con il suo sguardo magnetico. Letteralmente impressionati dal suo calarsi nel personaggio di don Pietro, appena glielo si chiedeva. Subito catturati e impietriti davanti allo sguardo del boss di Gomorra, che come dice Cerlino, lo “abita” ancora per alcune ore anche dopo essere uscito dal set perché la personalità di don Pietro Savastano è potente. Non è semplice abbandonare i suoi umori, ha bisogno di tempo per svincolarsi dalla sua morsa.
Cerlino riscuote simpatia, è molto spontaneo. Non nasconde il suo amore per Napoli: la sua città è complessa, assorbe le insoddisfazioni della società odierna ma, allo stesso tempo, genera talenti. Ci dice che è felice del suo lavoro, gli dà la possibilità di poter portare un messaggio positivo che è quello che non ci si deve mai distrarre dalla bellezza.
Risponde alle tante domande dei giornalisti, anche a quelle che lo colgono di sorpresa, come quando gli viene chiesto a quale personaggio penserebbe, se gli venisse proposto di fare un film o una fiction per ragazzi.
“Parto da un’idea che è critica ma non disfattista: “Viviamo in una società che non è a misura di bambino, né di donna né di anziani, ed è una cosa drammatica perché una società che non cura queste persone, è una società senza storia. Poiché se non hai spazi per i bambini vuol dire che non hai futuro, se non curi gli anziani vuol dire che non hai il passato e se non difendi le donne avrai una società senza rispetto. Quindi partirei da questo, innanzitutto per fare i complimenti al festival di Giffoni, perché è l’unico che ha un senso. Poi, ad essere sincero, se dovessi pensare ad un ruolo in cui interpretare un personaggio per ragazzi, avrei un sogno da realizzare. Penso spesso ad una cosa che mi diceva uno dei miei maestri, cioè che gli uomini sono infelici perché non credono più nelle favole, invece è importante capire che i draghi e le principesse esistono, ce ne rendiamo conto quando nei nostri sogni li percepiamo come aspetti reali che prendono forma in queste visioni.
Mi piacerebbe, per questo motivo, interpretare un personaggio fantasy.”
G.Clausino