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“Vinile Live” – Rassegna d’estate presenta
ELECTRIC ETHNO JAZZ TRIO
Stefano Giuliano /Sax alto, wha wha, harmonaizer e octaver, Pietro Ciuccio/Percussioni, voce e loops,
Domenico Andria /Basso, delay, loops e fuzz
Giovedì 16 luglio 2015 – VINILE, via Velia 26, Salerno – Start ore 21.30 – INGRESSO LIBERO
SALERNO. Atmosfere naif e sperimentazione ossessiva in scena al Vinile con la performance dell’Electric Ethno Jazz Trio, reduci da uno spettacolo con la Compagnia del Giullare e lo scrittore Maurizio De Giovanni tenutosi nella stupenda cornice di Villa Pamphilij di Roma. Un capovolgimento radicale della percezione, in un viaggio musicale che percorre territori, luoghi affascinanti e surreali attraverso l’incontro di tre universi musicali che si contaminano e si fondono, con un sound ricercato che spazia tra jazz, elettronica e sonorità etniche.
La formazione, di recente costituzione, sarà protagonista della rassegna live promossa da Vinile-Cibo Vino Musica, nel cuore della city cittadina, questo giovedì 16 luglio alle ore 21.30, ingresso gratuito. Nessuna separazione tra il palco e i frequentatori del locale, in una full immersion tra buona musica ed eccellenza culinaria, accompagnata da vini a tratti corposi, in altri sofisticati. On stage i musicisti Stefano Giuliano al sax alto, wha wha, harmonaizer e octaver, Pietro Ciuccio alle percussioni, voce e loops, e Domenico Andria al basso, delay, loops e fuzz. Linguaggi musicali differenti che, attraverso le armonie e gli effetti sofisticati conferiti dall’elettronica, confluiscono in uno stile ambient, con un repertorio che spazia dall’area mediterranea al nord Europa, riprendendo anche lentissime danze greche trasformate in ballate meridionali. Tutte composizioni originali, con un lavoro molto lungo per gli arrangiamenti costruiti in sala prove, senza nessuna sovrapposizione tra i tre musicisti, protagonisti, in contemporanea, del momento creativo.
“Il trio nasce dall’esigenza di contaminare il jazz – sottolinea il maestro Stefano Giuliano – In genere chi compone, si occupa anche degli arrangiamenti. Invece, in questo caso, la creazione del repertorio è stata un processo lungo e gratificante. Con grande entusiasmo continuiamo a provare e la bellezza di questo trio si ritrova proprio nella diversità di ogni singolo concerto. Non c’è nessuno che predomina, ma solo il desiderio di ricercare un nuovo idioma stilistico. L’elettronica, al contrario degli strumenti acustici tipici del jazz, ci permette di riprodurre un’armonia più ricca, anche dal punto di vista effettistico, attraverso l’utilizzo del wha wha o dell’harmonaizer, oltre ad ampliare la platea che riesce ad identificarsi nelle nuove melodie. All’elettronica poi si aggiunge la funzione ritmica di Pietro Ciuccio, con i suoi colori e le sue percussioni dal mondo, con un sound unico nel suo genere, diretto e fruibile”.
Fil rouge della nuova formazione è la volontà di osare e di mettersi in gioco: “I jazzisti vivono di improvvisazione, un atto di coraggio continuo, in cui si rischia sempre molto se non si è ben allenati – spiega Stefano – Ogni volta si sperimenta in tempo reale un percorso mai eseguito. Con il trio, invece, siamo sperimentatori di noi stessi, un’inversione di prospettiva. È uno sforzo enorme, in controtendenza rispetto alla velocità di questi tempi, ma rappresenta il trade union in cui crediamo fortemente”.
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