Youth, il film di Paolo Sorrentino ci insegna a vivere di emozioni

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Youth (La giovinezza) è il film di Paolo Sorrentino uscito nelle sale il 21 maggio 2015. In Italia, è uno dei film più visti nell’ultima settimana, superando anche le previsioni per  Tomorrowland, il favorito. Candidato al Festival di Cannes insieme a Il racconto dei racconti di Matteo Garrone e Mia madre di Nanni Moretti.  Purtroppo, come sappiamo, nessuno dei tre film ha avuto riconoscimenti ufficiali al Festival. Youth è, però, riuscito ad arrivare ai primi posti dei botteghini,  in quest’ultima settimana, ed ha ottenuto il consenso di intellettuali italiani che lo hanno definito “di una profondità illuminante”.

La trama del film, alla quale, in un primo momento, Sorrentino sembra non dare molta importanza assume rilievo, invece, nel suo significato esplicitamente allegorico. È, peraltro, risaputo che i film di Sorrentino sono ricchi di spunti riflessivi, più di quanti lo spettatore, a volte, sia in grado di cogliere.
Questo film racconta la vecchiaia, non vissuta con nostalgia nei confronti della giovinezza, ma come una vita passata all’impronta dell’inseguimento di un interesse lavorativo e delle piccole cose della quotidianità.

Gli attori Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz  e Jane Fonda danno vita ai personaggi del film come in un “gioco” attraverso il quale si chiarisce l’importanza dell’inseguimento di valori ed emozioni, capaci di rendere la vita in “un attimo” davvero importante e degno di essere vissuto.
La profondità e la leggerezza con le quali Sorrentino affronta il delicato tema della ricerca delle emozioni, del senso di impotenza davanti al sentimento dell’assenza,  sono  coronate dai luoghi incantevoli in cui si svolge il film, ben evidenziati dal direttore della fotografia Luca Bigazzi.

Il valore di questo film si apprezza quando ci si rende conto che ci guida alla scoperta dell’emozione libera, ci accompagna a rimuovere dal nostro fisico ciò che impedisce il suo cammino verso l’anima.

Sembrerebbe retorico, ma ci piace concludere questa recensione con il commento a caldo di Chiara G., una giovane spettatrice: “Questo film è la rappresentazione dell’emozione che, nella sua semplicità, la rende fantastica da vivere.”
Antonio Rascato

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